AITC Associazione Italiana Tumori Cerebrali

incredibilmente

Venerdì 11 Settembre 1998: prima pagina di calendario del diario di bordo. Con il suo carico di coraggio, emozione e determinazione, mollava gli ormeggi la navicella dell’Associazione Italiana Tumori Cerebrali (AITC). Sulla plancia e alle vele, una ciurma volenterosa di nocchieri di acqua dolce. Nella stiva, un “tesoro perduto” di affetti e di amori. In rotta verso un’isola che – a quei tempi – non c’era per gettare le fondamenta di un attracco sicuro contro i Marosi del Male. Per sestante, la visione di un domani meno precario e più dignitoso per altri malati come Quelle Due: Claudia e Maristella.
Sembra ieri, eppure sono già 25 anni di navigazione nel Mare Magno del Volontariato.
Un quarto di secolo di impegno incrollabile, passione e speranza nel fornire supporto a coloro che affrontano il destino di un tumore cerebrale e nel contribuire ad allargare gli orizzonti della Ricerca e della Cura.
Un giorno speciale, che vogliamo festeggiare insieme a chi ci ha aiutato sempre e con chi ci sostiene da sempre, riavvolgendo il nastro dell’esperienza e riflettendo su traguardi tagliati per traghettare verso gli scenari futuri del trattamento delle neoplasie cerebrali.
Nel 1998, quando AITC è salpata l’orizzonte era segnato da sfide immense il più delle volte scoraggianti. Le opzioni di trattamento erano limitate e le diagnosi implicavano carichi gravidi di paura e incertezza.
Ma nell’oscurità di questo mare in tempesta, una prima luce di Speranza è stata accesa proprio da AITC come fosse un faro nella notte: con gli anni la portata luminosa è diventata più intensa anche nel buio più lontano, grazie all’impegno puntuale e costante di tutta l’Associazione.
Nel corso di questi 25 anni, sono stati compiuti passi da gigante nella comprensione di queste patologie: il progresso medico e scientifico ha così contribuito con crescente certezza ed evidenza. L’avvento di nuove tecnologie diagnostiche ha permesso una rilevazione più precoce dei tumori cerebrali, schiudendo la strada a interventi tempestivi e mirati. Le terapie tradizionali sono state affiancate da approcci innovativi come la terapia mirata e l’immunoterapia, che hanno dato nuove speranze ai pazienti e alle loro famiglie. Grazie ai progressi nella neurochirurgia, nelle terapie farmacologiche e nelle cure di supporto, sempre più pazienti sono stati in grado di affrontare le sfide post-trattamento con maggiore resilienza, energia e… positività.
Uno dei risultati più notevoli è stato il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, dei loro cari, di paramedici e operatori sanitari. In questo ambito, AITC si è particolarmente distinta per le attività di sostegno offerte a primarie istituzioni ospedaliere e centri di eccellenza che hanno validato l’efficacia e protocollato i modelli di assistenza psico-oncologica, affidati alla cura e alla gestione delle quote rosa AITC.
Tuttavia la navigazione… ancora continua. Nonostante i traguardi straordinari, molte sfide rimangono da affrontare. L’Associazione Italiana Tumori Cerebrali continuerà a sostenere il mondo dei ricercatori e la formazione medica per garantire che nuove scoperte siano trasformate in trattamenti efficaci e accessibili. Anche nel prossimo futuro, il supporto emotivo e pratico ai pazienti e alle loro famiglie rimarrà un pilastro fondamentale della propria attività, perché la lotta contro i tumori cerebrali va ben oltre la chirurgia, la terapia e l’assistenza medica.
In questo momento di festa e di commemorazione, è giusto esprimere gratitudine a coloro che hanno dedicato tempo, risorse ed energia a sostenere l’Associazione Italiana Tumori Cerebrali. Ogni contributo, grande o piccolo, ha contribuito a plasmare il percorso di questi 25 anni e a guidare cambiamento e trasformazione.
AITC guarda al futuro con speranza e determinazione, nella consapevolezza che ogni colpo di remo in avanti avvicina sempre di più a un mondo in cui i tumori cerebrali saranno sconfitti una volta per tutte. Ogni confronto cela sempre un’opportunità di crescita, apprendimento e riscatto.
L’approdo appartiene ancora a un Portolano prossimo venturo, ma vogando uniti nella stessa barca caleremo finalmente l’ancora in acque tranquille.
Non è promessa di marinaio.

incredibilmente

Venerdì 11 Settembre 1998: prima pagina di calendario del diario di bordo. Con il suo carico di coraggio, emozione e determinazione, mollava gli ormeggi la navicella dell’Associazione Italiana Tumori Cerebrali (AITC). Sulla plancia e alle vele, una ciurma volenterosa di nocchieri di acqua dolce. Nella stiva, un “tesoro perduto” di affetti e di amori. In rotta verso un’isola che – a quei tempi – non c’era per gettare le fondamenta di un attracco sicuro contro i Marosi del Male. Per sestante, la visione di un domani meno precario e più dignitoso per altri malati come Quelle Due: Claudia e Maristella.
Sembra ieri, eppure sono già 25 anni di navigazione nel Mare Magno del Volontariato.
Un quarto di secolo di impegno incrollabile, passione e speranza nel fornire supporto a coloro che affrontano il destino di un tumore cerebrale e nel contribuire ad allargare gli orizzonti della Ricerca e della Cura.
Un giorno speciale, che vogliamo festeggiare insieme a chi ci ha aiutato sempre e con chi ci sostiene da sempre, riavvolgendo il nastro dell’esperienza e riflettendo su traguardi tagliati per traghettare verso gli scenari futuri del trattamento delle neoplasie cerebrali.
Nel 1998, quando AITC è salpata l’orizzonte era segnato da sfide immense il più delle volte scoraggianti. Le opzioni di trattamento erano limitate e le diagnosi implicavano carichi gravidi di paura e incertezza.
Ma nell’oscurità di questo mare in tempesta, una prima luce di Speranza è stata accesa proprio da AITC come fosse un faro nella notte: con gli anni la portata luminosa è diventata più intensa anche nel buio più lontano, grazie all’impegno puntuale e costante di tutta l’Associazione.
Nel corso di questi 25 anni, sono stati compiuti passi da gigante nella comprensione di queste patologie: il progresso medico e scientifico ha così contribuito con crescente certezza ed evidenza. L’avvento di nuove tecnologie diagnostiche ha permesso una rilevazione più precoce dei tumori cerebrali, schiudendo la strada a interventi tempestivi e mirati. Le terapie tradizionali sono state affiancate da approcci innovativi come la terapia mirata e l’immunoterapia, che hanno dato nuove speranze ai pazienti e alle loro famiglie. Grazie ai progressi nella neurochirurgia, nelle terapie farmacologiche e nelle cure di supporto, sempre più pazienti sono stati in grado di affrontare le sfide post-trattamento con maggiore resilienza, energia e… positività.
Uno dei risultati più notevoli è stato il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, dei loro cari, di paramedici e operatori sanitari. In questo ambito, AITC si è particolarmente distinta per le attività di sostegno offerte a primarie istituzioni ospedaliere e centri di eccellenza che hanno validato l’efficacia e protocollato i modelli di assistenza psico-oncologica, affidati alla cura e alla gestione delle quote rosa AITC.
Tuttavia la navigazione… ancora continua. Nonostante i traguardi straordinari, molte sfide rimangono da affrontare. L’Associazione Italiana Tumori Cerebrali continuerà a sostenere il mondo dei ricercatori e la formazione medica per garantire che nuove scoperte siano trasformate in trattamenti efficaci e accessibili. Anche nel prossimo futuro, il supporto emotivo e pratico ai pazienti e alle loro famiglie rimarrà un pilastro fondamentale della propria attività, perché la lotta contro i tumori cerebrali va ben oltre la chirurgia, la terapia e l’assistenza medica.
In questo momento di festa e di commemorazione, è giusto esprimere gratitudine a coloro che hanno dedicato tempo, risorse ed energia a sostenere l’Associazione Italiana Tumori Cerebrali. Ogni contributo, grande o piccolo, ha contribuito a plasmare il percorso di questi 25 anni e a guidare cambiamento e trasformazione.
AITC guarda al futuro con speranza e determinazione, nella consapevolezza che ogni colpo di remo in avanti avvicina sempre di più a un mondo in cui i tumori cerebrali saranno sconfitti una volta per tutte. Ogni confronto cela sempre un’opportunità di crescita, apprendimento e riscatto.
L’approdo appartiene ancora a un Portolano prossimo venturo, ma vogando uniti nella stessa barca caleremo finalmente l’ancora in acque tranquille.
Non è promessa di marinaio.

Orto San Giulio
OspitalMente
ospitalmente

Orta San Giulio è un borgo medioevale tra i più belli d’Italia che offre al visitatore la possibilità di riflettersi tra le onde del suo lago o di girovagare senza meta in un dedalo intricato di vicoli stretti e tortuosi, su cui si affacciano case barocche e antichi palazzi con cortili porticati e balconi in ferro battuto. La mente è libera di affrancarsi da affanni e inquietudini per cogliere l’attimo fuggente: quello spesso impazientemente atteso, inaspettatamente perduto o forzosamente rinviato.

Orta è un paese fatto così: sia che ci nasca, sia che tu ci cresca, sia che tu vi giunga nell’età dei sogni o vi trascorra un’estate nell’età virile o vi soggiorni in autunno in quella più matura pel meritato riposo, ti è sempre fatale

Gabriele Galli
Il piccolo mondo del Lago d’Orta (1987)

Palazzo Penotti UbertiniIn tale incomparabile contesto di magia e meraviglia, come se il tempo si fosse fermato per immortalare un mondo fiabesco, Palazzo Penotti Ubertini è un edificio Settecentesco dal fascino magnetico. Testimonianza di architettura neoclassica sabauda, ma contemporaneamente portale per intraprendere un emozionante viaggio nell’armonia e nella bellezza.
Camminando lungo le antiche stradine acciottolate che conducono al Palazzo, si avverte immediatamente un senso di stupore e rispetto per la storia che pervade tutta l’atmosfera del borgo.
Le pietre antiche e le decorazioni eleganti raccontano storie di secoli passati, quando il Palazzo era il cuore pulsante di eventi, incontri e avventure che hanno forgiato la comunità e la Regione stessa.
L’ingresso nel Palazzo è una soglia magica. L’interno raffinato e ben conservato rivela dettagli architettonici che riflettono lo stile e il gusto di epoche trascorse. Le sale affrescate e i soffitti alti testimoniano l’arte e la dedizione degli artigiani che hanno contribuito a realizzare una dimora unica nel suo genere. Ogni angolo sembra racchiudere un frammento di storia congiunta a un’emozione intrappolata nel tempo. Ogni passo attraverso sale e corridoi evoca immagini di nobili dame in sontuosi abiti sfoggiati durante balli sfarzosi; di conversazioni erudite tra intellettuali illuminati e di momenti di riflessione e contemplazione. È come se le pareti custodissero gelosamente le emozioni e le esperienze di tutti gli inquilini che hanno animato questi spazi nel corso dei secoli.
Ammirando la bellezza intrinseca del Palazzo, lo sguardo si affaccia alle mura per spaziare su un panorama straordinario. La bellezza mozzafiato del Lago d’Orta, l’attrazione mistica per l’Isola di San Giulio, le verdeggianti pendici del Sacro Monte ventennale Patrimonio Unesco e le vette circostanti contribuiscono ad aggiungere altre patine di suggestione per ricordi e racconti.
Dal 2008 Palazzo Penotti Ubertini si trasforma in Dimora delle Arti. La fusione tra la maestosità del Palazzo e l’espressione artistica crea una sinergia unica, in cui Passato e Presente si intrecciano in un unico abbraccio creativo. Le pareti dipinte diventano tele per le emozioni e le visioni degli artisti, che fanno affluire negli androni vetusti nuovi significati e insospettate ispirazioni. Le opere d’arte parlano in silenzio e comunicano senza parole per rivelare prospettive e mondi interiori che si fondono con la storia e la magia dell’edificio stesso.
Palazzo Penotti Ubertini diviene così una finestra sempre aperta su epoche di eleganza, cultura e bellezza che non conoscono mai l’assillo inesorabile del tempo che… sfugge.

gastronomicamente
LA MOTTA Restaurant & Bistrot

Tutti gli angoli e ogni vicolo di Orta San Giulio sembrano possedere un’aura magica che lo rendono un borgo incantevole e incantato. A questa regola non sembrano sfuggire nemmeno le eccellenze gastronomiche del posto. Tutti i ristoranti – indipendentemente dal loro numero di stelle – sono veri e propri santuari che celebrano l’amore per la cucina e per la ricerca della perfezione in ogni portata; nascondono tesori culinari che raccontano storie di passione, tradizione e impegno e accolgono gli ospiti con un trionfo di sapori che fa la gioia anche del palato più restio.

La Motta
artisticamente

Sergio Cerini è un personaggio 3G. Garbato. Gentile. Generoso. Un animo virtuoso che prelude all’Artista della tela.
Anche in questo mondo digitalizzato non servono iperconnessioni per emozionare e commuovere: l’elettività del pensiero e l’affinità del sentimento bastano e… avanzano.
Comprendi immediatamente la pasta d’uomo e il talento creativo del Cerini in modalità ascolto. Quando descrive la sua arte Sergio usa parole semplici e quasi banali ma immediatamente comprensibili e condivisibili, perché egli non si inerpica mai su sentieri criptici come fanno tanti critici, alcuni dei quali per descrivere le sue opere addirittura evocano lo gnommero citato dal Dottor Francesco Ingravallo, indimenticabile eroe di Carlo Emilio Gadda in “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”.
Prima di esprimere il suo talento nell’arte visiva, Sergio conosce un trascorso professionale di tutto rispetto. Nella Milano da bere di fine Anni Ottanta, era una delle tante figure silenziose e laboriose che architettavano fondali persuasivi e ideavano atmosfere suadenti per le passerelle dell’alta moda Made In Italy su cui sfilavano bellezze iconiche come Cindy, Elle, Linda e Noemi… in rigoroso ordine alfabetico.
L’innata vena artistica invece matura negli Anni Novanta quando inizia a plasmarsi il Pensiero Nomade, che vagando nello Spazio dell’Estro si porta al seguito il suo bagaglio di arte povera che sembra irrompere nella mente dell’Artista quasi in antitesi con le esperienze glamour e il curriculum di lavoro.
In realtà arte e moda, creatività e ricerca, estetica e colore, curiosità e sperimentazione si fondono in un nuovo percorso di comunicazione per condividere con tutti un impensato e impensabile mondo a doppia valenza onirica… sognante-sognato.
Il mondo è forse davvero un grande garbuglio, un indistricabile groviglio e un’immatassabile gomitolo da vivere ogni giorno come fosse un viaggio di cui non conosciamo la meta.
Siamo tutti orditi e filati nelle mani del Grande Sarto che è il solo a poter tagliare e cucire su misura il Vestito della Vita per ciascuno di noi.
Il percorso umano di Sergio suggerisce a tutti di seguire la propria strada, mappando le idee per abbattere confini e ostacoli, ribellarsi a imposizioni e costrizioni mentali, scavalcare convenzioni sociali e obnubilare remore interiori.
L’arte del Cerini è magia portentosa e forza dirompente: amore e passione possono così eclissare le tenebre per ridonare luce e… illuminazione.
Dopo un temporale a volte spunta l’arcobaleno e comunque del doman non v’è certezza.
A volte ricordare le rime del Poeta… conviene.

Sergio Cerini
artisticamente

Sergio Cerini è un personaggio 3G. Garbato. Gentile. Generoso. Un animo virtuoso che prelude all’Artista della tela.
Anche in questo mondo digitalizzato non servono iperconnessioni per emozionare e commuovere: l’elettività del pensiero e l’affinità del sentimento bastano e… avanzano.
Comprendi immediatamente la pasta d’uomo e il talento creativo del Cerini in modalità ascolto. Quando descrive la sua arte Sergio usa parole semplici e quasi banali ma immediatamente comprensibili e condivisibili, perché egli non si inerpica mai su sentieri criptici come fanno tanti critici, alcuni dei quali per descrivere le sue opere addirittura evocano lo gnommero citato dal Dottor Francesco Ingravallo, indimenticabile eroe di Carlo Emilio Gadda in “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”.
Prima di esprimere il suo talento nell’arte visiva, Sergio conosce un trascorso professionale di tutto rispetto. Nella Milano da bere di fine Anni Ottanta, era una delle tante figure silenziose e laboriose che architettavano fondali persuasivi e ideavano atmosfere suadenti per le passerelle dell’alta moda Made In Italy su cui sfilavano bellezze iconiche come Cindy, Elle, Linda e Noemi… in rigoroso ordine alfabetico.
L’innata vena artistica invece matura negli Anni Novanta quando inizia a plasmarsi il Pensiero Nomade, che vagando nello Spazio dell’Estro si porta al seguito il suo bagaglio di arte povera che sembra irrompere nella mente dell’Artista quasi in antitesi con le esperienze glamour e il curriculum di lavoro.
In realtà arte e moda, creatività e ricerca, estetica e colore, curiosità e sperimentazione si fondono in un nuovo percorso di comunicazione per condividere con tutti un impensato e impensabile mondo a doppia valenza onirica… sognante-sognato.
Il mondo è forse davvero un grande garbuglio, un indistricabile groviglio e un’immatassabile gomitolo da vivere ogni giorno come fosse un viaggio di cui non conosciamo la meta.
Siamo tutti orditi e filati nelle mani del Grande Sarto che è il solo a poter tagliare e cucire su misura il Vestito della Vita per ciascuno di noi.
Il percorso umano di Sergio suggerisce a tutti di seguire la propria strada, mappando le idee per abbattere confini e ostacoli, ribellarsi a imposizioni e costrizioni mentali, scavalcare convenzioni sociali e obnubilare remore interiori.
L’arte del Cerini è magia portentosa e forza dirompente: amore e passione possono così eclissare le tenebre per ridonare luce e… illuminazione.
Dopo un temporale a volte spunta l’arcobaleno e comunque del doman non v’è certezza.
A volte ricordare le rime del Poeta… conviene.

Sergio Cerini
sentitamente grazie
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